About me

foto cornleio fotografoSono nato nel 1960 in Romania sotto il segno dell'Acquario.
Nei primissimi anni di scuola, per dare più sapore al mio panino fatto da due fette di pane integrale con la marmellata di prugne,lo dividevo con i miei amici.
Questo evento, nel disegno del viaggio della mia anima, è il punto di partenza sulla lettura di tutto quello che io ho fatto per decidere a costruire il sito www.corneliutofan.com.


Come il soffio vitale dato da una inspirazione e un espirazione, ognuno di noi per vivere nella pienezza dell'armonia con se stessi e con gli altri, devi esprimersi.

Da ragazzino ho cominciato con il disegno e in seguito innamorandomi  di me stesso ho continuato a studiare la tecnica di pittura ad olio con il professore Toniza, nella scuola popolare dell'arte in Roman per otto anni.

Dopo le ore di scuola, buttavo lo zaino e uscivo di casa correndo verso il mio paradiso terreste che era il fiume Moldova con le sue rive disseminate di boschi, laghi e palude.
Salivo sulla punta del mio pioppo e mi lasciavo dondolare con gli occhi chiusi nel soffio del vento.

Ricordo perfettamente ancora, dopo quarantacinque anni, quella forte e profonda sensazione di estasi. Era come tu ti sprofondavi in te stesso perdendoti nel Tutto.
Erano i duri anni settanta del comunismo, in cui si faceva una coda di una giornata per un chilo di farina di grano turco per fare la polenta,eppure io mi sentivo il più felice e libero uomo sulla terra tra le paludi del fiume.

La sera con i miei amici i coetanei di otto anni rumeni e zingari ci trovavamo nel campo sul gomito di strada di Sucedava di Roman, per una partita di calcio. Un sabato sera nel pieno del gioco Mircea,  mio padre, mi chiamava con una voce allertante:-vieni subito Corneliu c'è Michelangelo! Lasciavo tutto: i miei amici, il pallone e correvo per non perdere la serie di documentari d'arte del sabato sera in televisione.


Di sicuro le opere di Michelangelo hanno qualcosa in comune con la mia estasi  quando mi trovavo in punta del mio pioppo con gli occhi chiusi e mi lasciavo portare dal vento nella liberta del vuoto infinito.

Durante gli anni dell'università il tempo ha preso un altro ritmo che non mi permetteva più di continuare a dipingere,ma siccome dovevo respirare per vivere, mio padre mi regalò la mia prima macchina fotografica, una Smena : una macchina russa, con i rullini speciali di dodici fotogrammi con la quale ho fatto i miei primi scatti, con gli stessi occhi di un pittore.

cornelio tofan

Più tardi, con il mio primo stipendio di ingegnere, mi sono comprato una macchina più performante: una Zenit, con un obbiettivo superangolare fisso da 24.
La fortuna mi ha permesso di conoscere due cari amici, Bebi e Costel; con la loro dedizione per la fotografia siamo riusciti a costruire insieme la nostra bolla di sapone della fotografie organizzando in Focsani la prima nostra mostra di fotografie"L'irreversibile attimo".
L’esperienza della mostra mi ha permesso di essere assunto come fotoreporter presso il giornale locale di Focsani "Milcovul liber”.

L'esuberanza e la fede per la fotografie nella rivoluzione,o quello che e stato, del novembre 1989 mi ha fatto uscire per le strade a scattare fotografie nella bollente atmosfera di confusione tra libertà e l'ignoranza. Con una piccola compatta Yashica al collo sono stato arrestato dai militari della polizia di Focsani sotto la accusa di terrorista. Mi lasciarono per quaranta minuti con le mani alzati di fronte a un Kalashnikov retto dalle mani di un soldato innocente ed ingenue rispetto a quello che stava succedendoci. Lo vedevo molto spaventato, perché gli si chiedeva di fare un gesto contro la sua volontà. Se per sbaglio abbassavo un braccio i suoi occhi mi dicevano che mi avrebbe sparato senza pensarci molto, facendo un secondo lago di sangue che avrebbe riempito la stanza. Poi finalmente arrivò la conferma che lavoravo come fotoreporter per la stampa locale e così quella telefonata mi salvò la vita: a quei tempi la gente spariva e veniva ammazzata, seppellita senza lasciare traccia.

Dopo, Michelangelo mi salvò e mi portò in Italia con il desiderio della fotografie e per l'amore dell'arte.
Con fatica e tanti sacrifici, non solo da parte mia ma anche di mio figlio Alexandru, e sua madre, il destino ci ha portato a trovarci di fronte a un incrocio prendendo: ognuno la sua strada.


Nel disegno del viaggio della mia anima questa strada l’ho vista molto chiara: come una strada predefinita. La libertà del soffio del vento ma tirato fuori dalla sete.

Era quella sete dei desideri che ti seccano il corpo e l'anima; desideri che si sono trovati davanti alle porte aperti per passare dalle costrizioni del comunismo alle costrizioni del capitalismo e che, alla fine, tutte sono solo le costrizioni della nostra stessa mente.

Con il mio primo viaggio in India ho aperto il cassetto dei miei ricordi da dove è uscito quel vento che con il suo soffio  ha tolto la polvere del mio sentiero di vita scoprendo il splendore della chiarezza.
Così adesso mi ritrovo ogni anno in un ashram del sud dell’India con l'anima pura e spolverata da quel vento eterno, che io l'ho percepito per la prima volta quando ero quel ragazzo arrampicato sulla punta del suo pioppo all'età  di sei anni. Uscendo dall'ashram il  vento mi spinge sulle strade dell'India con la macchina fotografica per raccogliere l'irreversibile attimo da un antico oceano di verità assoluta, per portarlo quì di fronte a Voi, intrappolato in un immagine.

Tutto questo è la mia fotografia.